Almeno 13 agenti del Servizio di sicurezza generale, la sigla che raggruppa le milizie jihadiste guidate da Hay’at Tahrir Ash Sham (Hts) andate al potere in Siria dopo la caduta del presidente Bashar Assad, sono stati uccisi e molti altri feriti in attacchi simultanei e coordinati contro posti di blocco a Jableh e nella parte costiera del Paese.

Il comunicato del Comando Militare per la Liberazione della Siria

Gli attacchi sono stati attribuiti a formazioni armate composte in prevalenza da siriani di fede alawita rimasti legati al passato regime. Queste formazioni agirebbero agli ordini dell’ex generale di brigata Ghaith Dallah della Quarta divisione guidata da Maher al Assad, fratello del presidente deposto. Alcuni affermano che “avrebbero il sostegno di Hezbollah, Iran e Russia”. Dallah, annunciando con un comunicato la nascita di un “Consiglio militare per la liberazione della Siria”, ha affermato la volontà di combattere “l’attuale regime estremista e terrorista”.

Gli attacchi si sono concentrati su posti di blocco e pattuglie a Jableh e nelle sue campagne, dove sono stati assaltati anche edifici governativi. L’autoproclamato presidente Ahmad Al Sharaa – il capo di Hts noto fino a qualche mese fa con il nome di battaglia di Abu Mohammed Al Julani – ha ordinato l’invio di rinforzi militari nella zona dove continuano gli scontri a fuoco in cui sono rimasti uccisi anche 28 siriani “pro-Assad”. Nella provincia di Idlib, la roccaforte di Hts, è stata proclamata la “mobilitazione generale” a sostegno del governo. In diverse zone è stato proclamato il coprifuoco, in particolare a Latakia, Harasta e Tartous il principale porto della Siria e nei cui paraggi sorge la base aerea russa di Hmeimim.

Fonti indipendenti riferiscono che ieri mattina sono cominciati rastrellamenti casa per casa, accompagnati anche da colpi di artiglieria, da parte delle forze governative nella zona di Jabla contro presunte “roccaforti di fedeli al deposto regime” dopo che gli abitanti, in maggioranza alawiti, si erano rifiutati di consegnare un ricercato. La tensione nell’area era in forte aumento da giorni in seguito alla decisione del nuovo governo di sciogliere l’Esercito Arabo Siriano (le ex forze armate nazionali) e di licenziare migliaia di impiegati alawiti dagli uffici pubblici.

Le nuove autorità siriane affermano di aver arrestato un ex generale dell’intelligence, Ibrahim Huwaija, accusato da più parti di aver supervisionato quasi 50 anni fa l’assassinio di Kamal Jumblatt, padre del leader druso libanese Walid Jumblatt.

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