Intervista di Michele Giorgio

(foto fermo immagine da YouTube)

Pagine Esteri, 13 luglio 2024 – «La Russia rimane la minaccia più significativa e diretta alla sicurezza degli alleati», scrivono i paesi membri della Nato nel vertice a Washington dell’Alleanza Atlantica. Ma la comunicazione è una cosa e la diplomazia un’altra, alla fine del summit il ministro della difesa russo Belusov ha chiamato l’omologo statunitense Lloyd Austin per discutere della «prevenzione delle minacce alla sicurezza e della riduzione del rischio di possibili escalation».

E’ solo un aspetto di un incontro dalle molte facce, che ha mostrato allo stesso tempo le debolezze  e le pericolose ambizioni della Nato che si proietta verso aree geografiche, come l’Oriente, in cui molti dei suoi membri non hanno alcun problema e sembrano soltanto seguire gli Stati Uniti. Non va dimenticata l’intenzione della Nato di schierare missili a lungo raggio in Germania diretti contro la Russia, che ha generato una forte reazione da parte di Mosca.

Sullo sfondo ci sono le fragilità del presidente Joe Biden, un tifoso della Nato e del sostegno all’Ucraina nella guerra con Mosca, che potrebbe perdere le presidenziali di fine anno, e il possibile atteggiamento nei confronti di Russia e Kiev di Donald Trump  che invece non prova alcuna simpatia per l’Alleanza Atlantica e che il prossimo anno potrebbe tornare a occupare la Casa Bianca.

Ne abbiamo parlato con lo storico e analista Francesco Dall’Aglio.


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