Il 9 maggio 2025, le forze armate pakistane hanno lanciato attacchi multipli lungo l’intero confine occidentale dell’India, utilizzando droni e altri ordigni, come confermato dall’esercito indiano. Questi attacchi sono stati una risposta alle operazioni militari indiane che avevano colpito il Pakistan, in seguito a un attacco mortale a turisti indù in Kashmir indiano. Attacco in cui il Pakistan ha negato di essere coinvolto, chiedendo l’avvio di un’inchiesta internazionale che facesse luce sull’accaduto.


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Secondo l’esercito indiano, i soldati pakistani hanno violato numerosi accordi di cessate il fuoco lungo la Linea di Controllo (LoC) in Kashmir, una regione contesa che entrambi i paesi rivendicano interamente. Le forze indiane hanno dichiarato di aver respinto efficacemente gli attacchi con droni e di aver dato una risposta adeguata alle violazioni del cessate il fuoco, promettendo di rispondere con forza a qualsiasi “disegno nefasto”. Il ministro dell’Informazione pakistano, Attaullah Tarar, ha definito le dichiarazioni dell’esercito indiano “infondati e fuorvianti”, negando qualsiasi coinvolgimento negli attacchi precedenti.

Le violenze hanno causato quasi 50 morti e hanno portato a violazioni significative del cessate il fuoco, con bombardamenti incrociati. Le aree di confine indiane, tra cui Amritsar e Uri, hanno subito attacchi di artiglieria, con conseguenti vittime civili, danni alle proprietà, sirene e evacuazioni. Le zone turistiche hanno visto partenze di massa, e le istituzioni educative sono state chiuse come misura precauzionale.

La disputa sulla regione a maggioranza musulmana del Kashmir rimane la questione centrale nel conflitto decennale tra India e Pakistan sin dall’indipendenza dei due paesi nel 1947.

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