Pagine Esteri, 6 settembre 2024. Aysenur Ezgi Eygi, 26 anni, statunitense di origini turche, stava partecipando alla manifestazione settimanale a Beita, vicino Nablus, dove regolarmente si tengono proteste da parte di palestinesi e internazionali contro l’insediamento coloniale israeliano attraverso il quale, da anni, si occupano ed espropriano terre. A giugno il governo israeliano ha approvato la “legalizzazione” dell’avamposto coloniale di Evyatar sul Monte Sabih sopra Beita, innescando nuove dimostrazioni settimanali palestinesi.
Secondo l’agenzia palestinese Wafa, Aysenur Ezgi Eygi era un’attivista per i diritti umani dell’ISM, l’International Solidarity Movement, una ONG che lavora assicurando una presenza internazionale per garantire testimonianza e supportare la sicurezza dei palestinesi nelle zone in cui più spesso avvengono violazioni dei diritti umani.
Durante la manifestazione un soldato israeliano le ha sparato colpendola direttamente alla testa. Quando l’ambulanza l’ha soccorsa non c’era già più nulla da fare e la 26enne è morta poco dopo all’ospedale di Nablus.
Secondo la ricostruzione, i soldati delle forze armate israeliane hanno aperto il fuoco con proiettili veri sui manifestanti che da tempo si ritrovano ogni settimana a Beita, in Cisgiordania. Proprio qui diverse persone hanno perso la vita durante le manifestazioni che vanno avanti oramai da anni.
Ventuno anni fa un’altra giovane internazionale, anche lei attivista americana dell’ISM, venne uccisa dagli israeliani nei Territori palestinesi. Era il 16 febbraio del 2003 quando una ruspa la investì mentre tentava di evitare l’abbattimento della casa di un medico palestinese nella Striscia di Gaza. Aysenur Ezgi Eygi è la terza cooperante internazionale dell’ISM uccisa da Israele, insieme a Rachel Corrie e Tom Hurndall. Quest’ultimo, attivista inglese di 22 anni, venne colpito sempre nel 2003 da un cecchino israeliano nella Striscia di Gaza e morì dopo 9 mesi di coma.
Meno di un mese fa, il 9 agosto, un altro cittadino statunitense era stato ferito dai militari israeliani a Beita, durante la protesta del venerdì. Colpito alla gamba da proiettili veri, Amado Sison è stato trasportato all’ospedale di Nablus dove è stato curato. Pagine Esteri
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