della redazione
Pagine Esteri, 17 settembre 2024 – Oltre mille membri di Hezbollah sono rimasti feriti, alcuni in modo grave, quando alcuni dispositivi radio e i cercapersone (pager) sono esplosi a Beirut, nella Bekaa e in altre parti del Libano. Un funzionario del movimento sciita, ha affermato che l’esplosione dei cercapersone è stata la “più grande violazione della sicurezza” a cui il gruppo abbia mai assistito in quasi un anno di guerra con Israele.
Secondo le tv Al Arabiya (saudita) e Al Jazeera (qatariota), la violazione della sicurezza che ha portato alle esplosioni è avvenuta contemporaneamente a Beirut, sul Monte Libano e nel sobborgo meridionale di Beirut, Dahieh, dove a fine luglio Israele ha assassinato Fuad Shukr, il comandante militare di Hezbollah. Secondo fonti libanesi, Israele sarebbe riuscito a penetrare con un cyberattack i dispositivi utilizzati dai militanti di Hezbollah.
Il movimento sciita ha invitato i suoi membri, simpatizzanti e familiari delle vittime dell’attacco odierno a non diffondere pubblicamente le immagini dei feriti negli ospedali per evitare che Israele possa identificare le vittime e colpirle in futuro.
Hezbollah fa molto affidamento sui cercapersone, un sistema di comunicazione usato molto negli anni ‘80 e ‘90 per evitare che Israele intercetti le comunicazioni dei suoi membri. I dispositivi potrebbero essere stati manomessi prima di essere distribuiti tra i membri di Hezbollah. Non è da escludere che una terza parte abbia collaborato con Tel Aviv per attivare da remoto l’esplosione.
Israele non ha rivendicato il cyberattack e l’ufficio di Benyamin Netanyahu ha preso le distanze da Topaz Luk, uno stretto collaboratore del primo ministro, che aveva lasciato intendere sui social che ci sarebbe Israele dietro l’ampio attacco ai cercapersone di membri di Hezbollah. Pagine Esteri
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