della redazione

Pagine Esteri, 12 dicembre 2024Almeno 35 palestinesi sono stati uccisi nelle ultime ore nei bombardamenti israeliani in varie zone della Striscia di Gaza. Bambini e donne sono tra le sette vittime del bombardamento di un edificio in Al Jalaa Street nel capoluogo Gaza city. Altri 15 palestinesi sono rimasti uccisi nel bombardamento di una casa dove si erano rifugiati degli sfollati, a ovest del campo di Nuseirat nella Striscia di Gaza centrale. Lo riferiscono le agenzia di stampa palestinesi.

A Rafah sul confine con l’Egitto, aggiungono le agenzie, 13 palestinesi sono stati uccisi e diversi altri sono rimasti feriti in un attacco che ha colpito persone che stavano distribuendo aiuti. Nella vicina città di Khan Younis, uomini incaricati di proteggere le spedizioni di generi di prima necessità, sono stati colpiti da un altro raid aereo israeliano che ha ferito diversi di loro. Bande di criminali armati hanno ripetutamente dirottato i camion degli aiuti umanitari poco dopo il loro arrivo a Gaza.

Il movimento islamista Hamas, assieme ad altre formazioni palestinesi, ha creato una task force per affrontarli: oltre 20 membri di queste bande di ladri armati sono stati uccisi negli ultimi mesi, secondo fonti di Gaza. Tuttavia, Israele prende di mira gli uomini di Hamas che proteggono i convogli umanitari, perché, come ripete il premier Netanyahu da mesi, non intende permettere al movimento islamista di esercitare attività di governo e controllo a Gaza. Hamas ha afferma che finora gli attacchi israeliani hanno ucciso circa 700 suoi membri che proteggevano i camion.

Mesi di tentativi da parte dei mediatori arabi, Egitto e Qatar, e statunitensi, non sono riusciti ad arrivare a un accordo di tregua a Gaza. Il governo Netanyahu vuole un cessate il fuoco solo temporaneo, volto a liberare gli ostaggi israeliani portati a Gaza quando Hamas ha lanciato il suo attacco il 7 ottobre 2023 (dei circa 100 ancora nella Striscia, solo una parte sarebbero ancora vivi). E afferma che terminata la “pausa” riprenderà i suoi attacchi contro Hamas.

 Il movimento islamista in cambio chiede la scarcerazione di un numero significativo di prigionieri politici palestinesi, inclusi quelli condannati per attacchi e attentati. E insiste per una tregua permanente che metta fine all’offensiva israeliana e veda le truppe di occupazione uscire da Gaza. Negli ultimi giorni si è parlato di “progressi” nelle trattative in corso, ma la fine dell’attacco contro la Striscia non sembra imminente.

Ieri l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato a larga maggioranza una risoluzione che chiede un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente tra Israele e i militanti palestinesi di Hamas nella Striscia di Gaza e l’immediato rilascio di tutti gli ostaggi israeliani. Gli Stati Uniti, Israele e altri sette paesi hanno votato contro la risoluzione del cessate il fuoco, altri 13 si sono astenuti. Le risoluzioni dell’Assemblea generale non sono vincolanti e quella approvata ieri non è destinata a produrre effetti, come altre votate a larga maggioranza nei passati 14 mesi.






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