di Mishell Mantuano Cabezas* e Davide Matrone – 

Pagine Esteri, 27 giugno 2024. Nella giornata del 25 giugno 2024, la giornalista cubana Alondra Santiago, che risiede in Ecuador da 20 anni, ha informato che dal Ministero delle Relazioni Estere dell’Ecuador le è stato notificata la revoca del permesso di soggiorno da parte del vice ministro, Alejandro Dávalos. Secondo le autorità del Governo, la decisione si basa sul fatto che la giornalista Santiago, avrebbe commesso “degli atti che mettono in pericolo la sicurezza pubblica e la struttura dello Stato”. In Ecuador, da qualche tempo si rispolvera la Dottrina di Sicurezza Nazionale, come ai tempi della Guerra Fredda del secolo scorso.

L’atto è considerato, senza dubbio, come un “attentato alla libertà di stampa e alla libertà d’espressione” ad opera del Governo nei confronti della giornalista che da anni gestisce il programma politico “Gli Ingovernabili EC” nel suo canale in YouTube. In questa trasmissione si realizzano analisi di congiuntura politica con la partecipazione di invitati che vengono intervistati dalla comunicatrice cubana.

Immediata la reazione di Alondra Santiago che, una volta ricevuta la notizia ufficiale dalle Istituzioni del paese, ha pubblicato sulle sue reti sociali una serie di messaggi tra cui uno in cui ha dichiarato: “Questo governo vuole zittirmi a tutti i costi, però io non resterò in silenzio”. È importante menzionare che gli attacchi alla suddetta giornalista non sono affatto nuovi e recenti e rispondono alla logica xenofoba e neofascista alle quali la professionista è stata più volte attaccata per le sue posizioni politiche ed ideologiche.

Alcune settimane precedenti alla notifica di revoca del permesso di soggiorno, la giornalista era stata accusata di mancare di rispetto all’inno nazionale dell’Ecuador. Questo dopo aver pubblicato un clip intitolato ¡Salve, oh patria! in uno dei segmenti del suo programma dedicati alla Canzone della Settimana. Durante la riproduzione della canzone, Alondra Santiago aveva cambiato certe strofe dell’Inno Nazionale con altre in cui criticava il governo del presidente Daniel Noboa. Per lo stesso episodio, poi ha ricevuto vari attacchi e intimidazioni da parte di internauti e profili trolls nelle differenti reti sociali. Inoltre, per lo stesso motivo si era registrata una protesta nella Piazza della Merced nella cittàdi Guayaquil, di fronte alla Tribunale della Regione del Guayas, dove i manifestanti chiedevano il “rispetto dell’Inno Nazionale” e volevano che venissero applicate delle sanzioni alla stessa giornalista.

Eccole giunte le sanzioni che ora rappresentano una grave violazione dei diritti umani, della libertà di stampa e della libertà di espressione. Di fronte a questo grave atto, diversi internauti, analisti e organizzazioni dei Diritti Umani si sono pronunciati durante tutta la giornata di ieri.

Da segnalare quella della Fondazione Periodistas sin Cadenas che ha rivolto un appello a tutte le Istituzioni dello Stato, alle organizzazioni della società civile e alla cittadinanza affinché rifiutino in modo frontale qualsiasi tentativo di attentare contro le libertà sottoscritte nella Costituzione del Paese e in qualisiasi strumento internazionale.

Sulla stessa línea, l’Alleanza delle Organizzazioni per i Diritti Umani che ha dichiarato che la revoca del permesso di soggiorno alla giornalista Alondra Santiago, costituisce una violazione di vari diritti costituzionali ed una chiara mostra dell’”esercizio arbitrario del potere”. La ONG regionale di Fundamedios in un comunicato ha indicato che “rifiuta e chiede la revisione de la revoca del permesso di soggiorno” in quanto la giornalista viene accusata di attentare contro la struttura dello Stato e della sicurezza pubblica senza spiegazioni. La Casa della Cultura Ecuadoriana si è espressa contro l’atto scrivendo in un tuitt “la decisione del governo attenta contro i diritti della movilità umana”.

 

Expresamos nuestro rechazo a la decisión de la cancillería de revocar la visa de la periodista Alondra Santiago. La decisión del gobierno atenta contra los derechos de movilidad humana.
Nuestra solidaridad @cubalondra

— Casa de la Cultura Ecuatoriana (@CasadelaCultura) June 25, 2024

 

Sui fatti è intervenuta anche la giornalista ecuadoriana Karol Noroña, che è stata una delle giornaliste esiliate dall’Ecuador come risultato dell’incremento della violenza in Ecuador. Noroña attraverso la rete sociale X, ha detto che il presidente Daniel Noboa invece di proteggere la vita, persegue i giornalisti.

Quanto successo ad Alondra Santiago si somma alla censura del programa “Gli Irriverenti” dello scorso 10 giugno, uno spazio di analisi ed interviste che si trasmetteva attraverso il canale televisivo RTU. Sol Borja, una delle giornaliste e conduttrici del programma, ha segnalato che la chiusura del programma risponde a pressioni da parte del governo.

La giornata di ieri ha segnato un precedente di rilievo per il mondo del giornalismo ecuadoriano che deve far riflettere sul presente e sul futuro della comunicazione nel paese. Il discorso ideologico egemonico della destra ecuadoriana che per anni ha dato la colpa a Correa di essere stato un autoritario e un attentatore della libertà di stampa e di espressione in quanto sostenitore di un’ideologia contraria alla libertà e alla democrazia, perde di sostento e credibilità in quanto nei tre governi liberali e democratici di destra successivi a quelli di Correa (Moreno, Lasso e Noboa) la situazione del mondo della comunicazione non è migliorata, anzi. I governi successivi di destra che si autodenominavano liberali e democratici non hanno garantito che i giornalisti potessero esercitare la loro professione. Durante il governo di destra di Guillermo Lasso, ben 9 giornalisti dovettero lasciare il paese per aver subito varie e reiterate minacce di morte per l’aumento della violenza nel paese. Inoltre, con l’atto grave di ieri, l’accettazione popolare del presidente Noboa in continua descrescita potrebbe eriosonarsi maggiormente. Processo che bisogna verificare nei prossimi tempi ma che non va escluso. Comunque la faccenda non termina qui. La giornalista, che dovrà lasciare l’Ecuador entro 5 giorni, ha dichiarato che prima di farlo vuole coinvolgere i suoi avvocati, le istituzioni e gli organismi internazionali perché intervengano nell’accaduto. Inoltre, la giornalista ha dichiarato di aver paura per la sua vita in quanto si trova senza nessuna protezione e potrebbero verificarsi altre minacce da qualsiasi parte.

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* Giornalista afro e antirazzista. Laureata in Comunicazione Sociale con indirizzo in giornalismo presso l’Università Politecnica Salesiana di Quito. Attualmente è studentessa in un Master di Genere e Sviluppo presso la Facoltà Latinoamericana di Scienze Sociali (FLACSO). É coo-fondatrice de La Movida Antirracista, ricercatrice, presentatrice e coofondatrice del podcast antirrazista Palabras Negras.

 






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