di Elena Panzera – 

Pagine Esteri, 20 agosto 2024PCRF-Italia* accoglie il piccolo Jamal. 123. È il numero di bambini che il Programma dei trattamenti sanitari all’estero di PCRF, guidato da Tareq Hailat, è riuscito a evacuare da Gaza a partire da gennaio 2024, offrendo loro assistenza medica in Medio Oriente, negli Stati Uniti e in Europa.

Tra loro c’è il piccolo Jamal, un bambino palestinese di 3 anni e mezzo arrivato da poco a Firenze insieme alla madre e ai fratelli. La notte precedente aveva lasciato il Cairo, dove era ricoverato da alcuni mesi grazie all’intercessione di Palestine Children’s Relief Fund (PCRF), la principale ONG impegnata a offrire assistenza medica alle bambine e ai bambini malati o feriti nel corso dei conflitti in Medio Oriente.

La mattina del 6 agosto, ad accoglierlo all’aeroporto con la bandiera palestinese tra le mani, il Presidente di PCRF-Italia, Dottor Vincenzo “Stefano” Luisi, l’esperta in qualità delle cure e sicurezza del paziente Giulia Dagliana e Martina Luisi, la coordinatrice dell’associazione. Quando le porte si sono aperte, Martina è andata incontro alla madre, Raghda, che spingeva il carrello delle valige. Nel cestello anteriore stava seduto Jamal, la faccia stupita; ai due lati la sorella e il fratello maggiori, Rajaa, 6 anni, e Munawwar, 5 anni. “Ciao, welcome, salam!”, e la sua voce inevitabilmente si è spezzata su quel saluto rivolto a tutti e quattro, che era anche un sospiro di sollievo: ce l’abbiamo fatta, siete davvero qui.

La casa della famiglia di Jamal, a Gaza City, è crollata a dicembre, in mezzo a tante altre case che crollavano intorno. Ne sono usciti vivi, ma non incolumi, né nel corpo né nel cuore, perché non si esce incolumi da una casa che crolla, da una città che crolla. Jamal ha subito un grave trauma cranico che ha compromesso la sfera del linguaggio.

È allora che PCRF l’ha intercettato e ha organizzato il ricovero d’urgenza in Egitto, finché, dopo una lunga e complessa operazione di cooperazione internazionale guidata da Martina Luisi e il chapter italiano dell’organizzazione, è stato disposto il ricovero presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer di Firenze, ospedale pediatrico di alta specializzazione.

Muto per diversi mesi, Jamal sta ricominciando, molto lentamente, a dire alcune parole; intanto, i medici che lo hanno preso in cura al Meyer stanno cercando di capire se allo stesso trauma sono riconducibili le crisi epilettiche che hanno iniziato a verificarsi.

Un percorso che va oltre le cure immediate

PCRF, fondato nel 1991 negli Stati Uniti, ha maturato il suo approccio nel tempo. Inizialmente concentrato su evacuazioni d’emergenza, si è impegnato sempre di più nell’organizzazione di missioni mediche in loco, mirate, oltre che al trattamento di casi urgenti, a rafforzare i sistemi sanitari locali attraverso la formazione del personale, l’informatizzazione dei servizi e l’apertura di reparti specializzati in Palestina. Lo scopo, infatti, non è mai stato quello di sostituirsi, ma solo quello di sostenere una sanità che sarebbe perfettamente in grado di funzionare in autonomia se non fosse gravata da oltre settant’anni di occupazione.

Foto di PCRF-Italia

Purtroppo, il genocidio in corso ha riportato in primo piano la necessità di trasferire all’estero un numero crescente di bambini per garantire cure che non potrebbero in alcun modo ricevere a Gaza, dove gli ospedali sono stati uno dei principali bersagli; le azioni di cooperazione allo sviluppo hanno allora dovuto lasciare spazio a operazioni di contenimento dell’emergenza, che vanno dai programmi di distribuzione di generi alimentari di prima necessità all’organizzazione delle stesse evacuazioni.

L’impegno, però, è sempre quello di andare oltre le “semplici” evacuazioni mediche: i pazienti e le loro famiglie sono supportati sotto ogni aspetto – logistico, psicologico, legale – e sono sempre informati sui loro diritti, compresa la possibilità di richiedere la protezione umanitaria e il ricongiungimento familiare.

L’impegno costante di PCRF

Le richieste arrivano da ogni parte e su ogni canale. Da Gaza, dall’Italia, dall’estero. Sui social dell’associazione, via mail, tramite amici di amici. Spesso si resta bloccati nella trafila burocratica, come quando si aspetta un permesso di evacuazione da Israele che spesso arriva troppo tardi. È il caso di Faiq, uno dei più fragili, una “farfalla”, come vengono definiti i bambini affetti dall’Epidermolisi Bollosa di cui PCRF si è occupata per tanti anni. Per lui era già predisposto il ricovero presso l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena in collaborazione con l’Associazione “Le Ali di Camilla”; l’autorizzazione però ha richiesto troppo tempo, e Faiq quel tempo non lo aveva.

Altre volte, per fortuna, quelle che scendono sono lacrime di gioia. È accaduto per Youssef, il neonato prematuro che lo scorso 4 maggio è arrivato alla Clinica Pineta Grande di Castel Volturno, in provincia di Caserta. Piccolissimo, denutrito e con una virosi in corso, è stato accolto dal vicino Centro Fernandes, dove è rimasto fino al pieno recupero del peso e delle forze. Solo allora la famiglia si è trasferita in un appartamento ad Avellino, individuato grazie al percorso SAI.

Foto di PCRF-Italia

E poi, ancora, i 16 bambini di Gaza, di cui 8 seguiti da PCRF, che l’8 agosto sono atterrati a Bologna, accompagnati dalle loro madri e dai loro fratelli per un totale di 27 persone, grazie allo sforzo congiunto di PCRF, Organizzazione Mondiale della Sanità, European Union Civil Protection and Humanitarian Aid e Protezione Civile Italiana.

“Sarà pure una goccia nel mare”, dice Martina Luisi, “ma noi difenderemo ognuna di quelle gocce. Per ogni bambino che riusciamo a portare fuori da Gaza, per ogni famiglia che sopravvive, sono la storia e l’identità della Palestina a sopravvivere. Non lottiamo solo per la fine del genocidio, ma per la fine dell’occupazione. Fino ad allora continuiamo con il nostro lavoro, una goccia dopo l’altra.”

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* PCRF-Italia – PCRF-Italia nasce nel 2013 dalla relazione tra medici toscani impegnati come volontari in Palestina, personale sanitario palestinese e lo stesso PCRF. Da allora, attraverso una vasta rete di volontari e le numerose collaborazioni istituite in tutto il paese, PCRF-Italia contribuisce all’organizzazione di missioni chirurgiche altamente specializzate, soprattutto in ambito pediatrico, all’equipaggiamento di reparti pediatrici, allo sviluppo delle campagne per la sicurezza e la qualità delle cure e alla formazione specifica per dirigenti di reparti o strutture sanitarie. Per maggiori informazioni, https://www.pcrf.net/italy.






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