della redazione
Pagine Esteri, 26 giugno 2024 – Agita il pugno il presidente keniano William Ruto e ripete che la sicurezza sarà la “massima priorità” dopo le proteste contro il disegno di legge finanziaria che aumenta le tasse nel paese. La polizia ieri a Nairobi ha sparato sui manifestanti, in gran parte giovani disoccupati e poveri, uccidendone almeno cinque – sarebbero dieci le vittime secondo la tv NTV- che avevano assaltato e invaso il parlamento quando si è diffusa la notizia dell’avvenuta approvazione della legge. I deputati sono stati evacuati attraverso un tunnel sotterraneo. Alcuni esponenti dell’opposizione si sono invece uniti alla protesta.
La Kenya Medical Association ha confermato che almeno cinque persone sono state uccise e 31 persone ferite, di cui 13 colpite da proiettili veri e quattro da proiettili di gomma. Anche l’attivista Auma Obama, sorellastra dell’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, era tra i manifestanti intossicati ieri dai gas lacrimogeni. Secondo Iringu Houghton, direttore di Amnesty Kenya, alcuni noti influencer e blogger presenti alle dimostrazioni sarebbero stati rapiti da agenti o collaboratori della polizia. La Croce Rossa ha denunciato le azioni violente delle forze dell’ordine nei confronti del suo personale e dei volontari.
Le autorità a un certo punto hanno interrotto temporaneamente le comunicazioni in internet per bloccare le notizie che circolavano su X e TikTok, molto utilizzati dalla generazione Z che si identifica sotto hashtag come #totalshutdown e #occupyparliament.
Scontri si sono registrati anche in diverse altre città del Kenya, con i dimostranti che chiedevano le dimissioni di Ruto e scandivano slogan contro l’aumento delle tasse. Proteste sono scoppiate nella città costiera di Mombasa e manifestazioni si sono svolte a Kisumu, sul lago Vittoria, e a Garissa, nel Kenya orientale, dove la polizia ha bloccato la strada principale verso il vicino porto somalo di Kismayu. A Nairobi la gente ha scandito “Ruto must go” e cantato in swahili: “Tutto è possibile senza Ruto”, sventolando bandiere del Kenya. “Stanno stanziando fondi per la corruzione”, ha detto a una tv locale un manifestante Hussein Ali. “Non cederemo. È il governo che farà marcia indietro. Non noi”.
Secondo Ruto il dibattito fiscale sarebbe stato “dirottato da persone pericolose”. “Non è opportuno, né concepibile, che criminali che fingono di essere manifestanti pacifici agiscano contro la gente”, ha detto. Il ministro della Difesa Aden Duale ha detto che l’esercito è stato schierato in aiuto alla polizia.
Ruto ha vinto le elezioni quasi due anni fa grazie al suo programma in difesa dei lavoratori e dei poveri, ma è riuscito a fare ben poco a causa delle imposizioni del Fondo monetario internazionale che gli ha intimato di ridurre il deficit pubblico se vuole ottenere maggiori finanziamenti. Questo mentre la popolazione lotta contro le conseguenze economiche della pandemia aggravate da due anni consecutivi di siccità e dal crollo della valuta nazionale. Il disegno di legge in parlamento mira a raccogliere 2,7 miliardi di dollari in tasse per alleggerire il carico del debito che, a causa degli interessi, pesa per il 37% sulle entrate annuali dello Stato.
I politici dell’opposizione hanno chiesto a Ruto di dimettersi. “Ruto deve andarsene, Ruto deve dimettersi, deve fare una cosa onorevole”, ha detto Eugene Wamalwa. Un altro esponente dell’opposizione Raila Odinga ha sollecitato il ritiro immediato della legge per far posto al dialogo. “Sono turbato dagli omicidi, dagli arresti, dalle detenzioni e dalla sorveglianza perpetrati dalla polizia su ragazzi e ragazze che cercano solo di essere ascoltati riguardo alle politiche fiscali che stanno rubando loro sia il presente che il futuro”, ha detto.
Il governo ha fatto alcune concessioni, promettendo di eliminare le nuove tasse proposte su pane, olio da cucina, proprietà di automobili e transazioni finanziarie. La tensione però resta alta.
Le proteste sono avvenute poche ore dopo l’annuncio fatto dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden che ha designato il Kenya come “importante alleato non NATO”, rendendolo la prima nazione dell’Africa sub-sahariana a ricevere la designazione. Una mossa cui Washington cerca di respingere la crescente influenza russa e cinese in Africa. Gli altri principali alleati non NATO degli Usa includono Argentina, Australia, Bahrein, Brasile, Colombia, Egitto, Israele, Giappone, Giordania, Kuwait, Marocco, Nuova Zelanda, Pakistan, Filippine, Qatar, Corea del Sud, Tailandia e Tunisia. Taiwan è trattata come tale senza la designazione formale. Pagine Esteri
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