I Pascià

“Ti prego Ernesto, ti prego, salviamo il salvabile”, era il muro di parole che Craxi costruiva, frase dopo frase come mattoni di una cortina di guerra, per evitare che Bardellino potesse scavalcare il recinto della decenza. “Finiamola qui, ma facciamolo nel modo più conveniente per entrambi – proseguì il presidente del Consiglio – troviamo un percorso indolore per tutti, perché…” Su quella sospensione del fiato, in mezzo alle vocali milanesi, la storia della politica nazionale s’intrecciò definitivamente con le litanie della camorra casertana. Quel “perché” sospeso fece abbassare una cappa di caldo che divenne opprimente, soffocante. “Parla Presidente, arriva al dunque – sbottò, prendendo coraggio il sindaco – qui devi dar conto a migliaia di elettori che hanno sostenuto non solo me, ma il tuo partito. Hanno sostenuto le tue promesse e la tua faccia”.

Il ricatto, da camorrista, diventava discorsivo, sfociava in quel balletto bizantino andato in scena a San Cipriano d’Aversa in sole quattro ore di delirio. “Dimmi che intenzioni avete – chiuse Bardellino, con un tono che sapeva di padrone di casa, di signore che sa di essere ben munito della protezione nel suo recinto feudale violento, disposto a esondare al solo cenno del sindaco – io voglio sapere se avete intenzione di farmi fuori dalla corsa al Senato…voglio sapere perché questa chiusura”.

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Autore: Salvatore Minieri
ISBN: 9788897033356
Pagine: 382
III Edizione
Dimensioni: 21,5X14,5 cm
Peso: 600g
Prezzo di copertina 20,00 euro

Salvatore Minieri è nato nel 1973 ed è giornalista professionista, documentarista e reporter. Ha lavorato per Il Mattino di Caserta e La Gazzetta di Caserta. Le sue inchieste hanno portato alla luce alcuni degli scandali più impressionanti nel campo delle ecomafie operanti nel Mezzogiorno.

Nel 2015, un suo reportage ha fatto scoprire la più grande discarica tossica d’Europa, venuta alla luce a Calvi Risorta, in provincia di Caserta. Con la Spring ha pubblicato, nel 2014, “I Padroni di Sabbia – Castel Volturno, storia di un abbandono”, libro che ha riacceso le luci della cronaca, dopo circa quarant’anni di silenzio, sulla devastante condizione delle coste campane, stritolate dall’abusivismo edilizio e dall’agghiacciante condizione ambientale dei corsi d’acqua avvelenati in provincia di Caserta. Ha vinto il Premio Nazionale “Olmo” per la sezione Giornalismo d’Inchiesta e gli è stato assegnato il Premio “Legalità Campania”.

Vive tra Formia, sul litorale laziale, e Pignataro Maggiore, in provincia di Caserta, una delle città campane da sempre segnalate come snodo strategico dei cartelli mafiosi del sud.

Nel gennaio del 2008, dopo la pubblicazione di una sua inchiesta sui beni gestiti dalla malavita organizzata, è stato vittima di un attentato intimidatorio a colpi di arma da fuoco, nei pressi della sua abitazione. Ernesto Bardellino bluffava di sentimenti e dignità davanti al segretario nazionale del suo partito. La sua era una disperata difesa francese per provare l’ultima carta

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