Descrizione
Negli ultimi trent’anni, il manoscritto conosciuto come I.33, Tower Fechtbuch o Royal Armouries I.33 ha incuriosito marzialisti e studiosi, sia per il primato di essere il più antico trattato europeo di scherma giunto sino a noi, sia per la particolare strutturazione degli argomenti. Il lavoro che qui presentiamo vuole essere una sintetica guida pratica ai suoi contenuti, con lo scopo di facilitare l’approccio alla complessità del sistema per coloro che intendano acquisire una visione organica degli insegnamenti, al di là della semplice conoscenza delle singole sequenze tecniche del manoscritto. L’autore del trattato ha infatti organizzato il materiale in base a criteri razionali fondati sull’opposizione tra custodie e obsessiones e sull’esplorazione progressiva di molte delle possibilità legate a tali contrapposizioni. Le soluzioni cui si giunge, spesso, fanno ricadere l’azione nella casistica già esaminata: con uno sforzo sintetico notevole, onde evitare dispendiose quanto inutili ripetizioni, l’ideatore della struttura ha adottato principalmente due soluzioni. La prima è un esplicito riferimento a tavole e sequenze già mostrate, la seconda è l’inserimento di elementi testuali e grafici ricorrenti, di forte impatto mnemonico, come ad esempio i noti versi ligans ligati, che richiamano specifiche sequenze precedenti.
Lo sforzo di sintesi, le correzioni susseguitesi nel corso del tempo, la perdita di alcuni materiali e la risistemazione successiva di alcune carte, oltre ad una scansione delle argomentazioni in parte distante dagli schematismi dell’odierna manualistica, hanno talvolta reso poco fruibile l’insieme degli insegnamenti presenti nell’opera. Per questo motivo si è scelto di scomporre il testo originale e riordinare gli argomenti seguendo proprio la dualità custodie-obsessiones. Abbiamo infatti accorpato in uno stesso capitolo, ad esempio, tutto ciò che riguarda la Prima custodia, tenendo conto di tutte le contrapposizioni che ne prevedono l’uso e che, com’è noto, non sono affatto relegate alle prime carte (basti pensare alle contrapposizioni di 32rv). Un’altra operazione effettuata è quella di anticipare l’inserimento di tecniche eseguibili in situazioni presenti nelle prime carte, ma illustrate e spiegate dall’autore solo più avanti (come del resto nota egli stesso in alcune glosse). In questo modo il lettore non dovrà arrivare alla fine per scoprire elementi che avrebbe potuto utilizzare all’inizio, processo di acquisizione progressiva caro alle didattiche di quei secoli, ma forse poco vicino agli schematismi odierni. Risulta quindi chiaro che questa guida pratica non può e non vuole essere un’edizione critica del trattato, ma fornire un supporto per un’interpretazione e una schematizzazione logica del bagaglio marziale in esso contenuto. Per questo motivo, inoltre, l’analisi storica è limitata a brevi cenni introduttivi.