di Seymour Hersh*
Pagine Esteri, 6 giugno 2024 – Il panico politico è in atto, come dovrebbe essere, nel campo di Joe Biden, e l’ultima affermazione del presidente, finora ignorata da ciò che passa in questi giorni per i principali media americani, è arrivata durante un briefing presidenziale improvvisamente programmato venerdì scorso, un giorno dopo la condanna di Donald Trump.
Il presidente, dopo aver elogiato il sistema giudiziario come pietra angolare dell’America, si è rivolto al Medio Oriente e ha annunciato: “Voglio fornire un aggiornamento sui miei sforzi per porre fine alla crisi a Gaza. Negli ultimi mesi, i miei negoziatori. . . si sono concentrati incessantemente non solo su un cessate il fuoco che sarebbe stato inevitabilmente fragile e temporaneo, ma su una fine duratura della guerra.
“Un accordo che riporti a casa tutti gli ostaggi, garantisca la sicurezza di Israele, crei un day after migliore a Gaza senza Hamas al potere e ponga le basi per una soluzione politica che offra un futuro migliore sia agli israeliani che ai palestinesi. Ora, dopo un’intensa attività diplomatica portata avanti dal mio team e le mie numerose conversazioni con i leader di Israele, Qatar, Egitto e altri paesi del Medio Oriente, Israele ha offerto una nuova proposta globale. È una tabella di marcia verso un cessate il fuoco duraturo e il rilascio di tutti gli ostaggi”.
Il discorso sembrava fantastico e fece molti titoli sui giornali. Ma erano, come ho appreso parlando con un funzionario americano ben informato, di pure sciocchezze politiche. Non c’è stata alcuna offerta rivoluzionaria o di una “nuova proposta globale” da parte di Israele e il primo ministro Benyamin Netanyahu e altri leader di Tel Aviv. Come avrebbero chiarito nei giorni successivi, non avevano idea di cosa stessero parlando il presidente e i suoi sempre più disperati aiutanti politici.
C’è una simile inconsapevolezza tra i membri della squadra americana guidata dal direttore della CIA William Burns, coinvolta da mesi nelle trattative per il cessate il fuoco sulla guerra di Gaza. Un analista del team, mi è stato detto, ha mandato un telegramma a Washington perché, ha scritto, lui e i suoi colleghi “non sono mai stati informati del piano ma ne hanno sentito parlare dal governo del Qatar”.
L’inesistente proposta israeliana, come spiegato da Biden, prevedeva tre fasi:
La prima fase, della durata di sei settimane, comprenderebbe un cessate il fuoco totale, il ritiro delle forze israeliane da tutte le aree popolate di Gaza e il rilascio di “un certo numero di ostaggi – tra cui donne, anziani, feriti – in cambio del rilascio di centinaia di prigionieri palestinesi. . . . I palestinesi – i civili – tornerebbero alle loro case e ai loro quartieri in tutte le aree di Gaza, compreso il nord”. La dichiarazione del presidente non fa menzione del fatto che, dopo otto mesi di bombardamenti e assalti di carri armati, ci sono poche case e quartieri a cui tornare.
La seconda fase prevede il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti in vita. Il presidente ha detto: “Le forze israeliane si ritireranno da Gaza e, finché Hamas rispetterà i suoi impegni, sarà un cessate il fuoco temporaneo, secondo le parole della proposta israeliana”. A questo punto ha confuso alcune parole: “’la cessazione definitiva delle ostilità.’”
“Alla fine”, ha detto Biden, “nella fase tre, inizierà un importante piano di ricostruzione per Gaza. E i resti degli ostaggi uccisi verrebbero restituiti alle loro famiglie. “Questa è l’offerta che è ora sul tavolo e ciò che abbiamo chiesto ed è ciò di cui abbiamo bisogno”.
Il Times ha scritto che Benyamin Netanyahu, che non si trovava da nessuna parte subito la proclamazione unilaterale di Biden, affronta ora un “momento cruciale” a causa dell’annuncio di Biden che potrebbe essere un trucco per porre fine alla guerra. Poi Ophir Falk, principale consigliere di politica estera di Netanyahu, ha dichiarato che Israele non rifiuta un accordo di cessate il fuoco e aggiunto minacciosamente: “non ci sarà un cessate il fuoco finché tutti i nostri obiettivi non saranno stati raggiunti”.
In quel momento l’esercito israeliano, sotto il comando di Netanyahu, continuava a bombardare, affamare e mutilare Gaza e la sua popolazione e a cercare nei tunnel la leadership di Hamas. John Kirby, che è emerso come il principale portavoce della politica estera della Casa Bianca, è stato interrogato domenica sulla risposta di Ophir Falk. La sua risposta aveva ben poco della certezza data dal presidente. “È una proposta israeliana”, ha detto a George Stephanopoulos della ABC, “una proposta alla quale sono arrivati con un’intensa attività diplomatica con la propria squadra di sicurezza nazionale e al Dipartimento di Stato”.
Il funzionario americano con cui ho parlato ha descritto il discorso di Biden “La pace è a portata di mano” come di uno sforzo frutto del panico della Casa Bianca e volto ad avere una certa presa politica in un momento in cui Biden non è stato in grado di assumere una ferma posizione morale in opposizione al massacro di civili a Gaza. “Se questa fosse la proposta israeliana e Hamas l’accettasse – ha detto – allora la guerra sarebbe finita. L’Esercito israeliano torna a casa così come i residenti di Gaza. Gli ostaggi tornano a casa e i contribuenti israeliani ricostruiscono Gaza come risarcimento per la loro aggressione.
“Perché inventare questa fiaba?” ha domandato il funzionario. “Nessuno ci crede nelle fiabe tranne quelle irlandesi. Ma facciamo finta che Netanyahu abbia fatto la proposta e Biden abbia detto sì, e noi la sosteniamo. L’opinione pubblica israeliana prenderebbe a calci Bibi. Perché sostengono questa guerra”.
Non si sa cosa dirà o farà Biden dopo, nella sua frenetica corsa per restare in carica, ma i democratici hanno un problema che non può essere risolto guardando dall’altra parte. Mentire su una proposta di pace che non esiste è solo l’inizio. Pagine Esteri
*E’ un famoso giornalista investigativo americano, autore di 11 libri. Nel 1969 denunciò il massacro di civili inermi a My Lai e il suo insabbiamento da parte degli Stati uniti durante la guerra del Vietnam. Per quella rivelazione l’anno successivo ottenne il Premio Pulitzer. Nel 2004, ha dettagliato torture e abusi compiuti dai militari Usa sui prigionieri ad Abu Ghraib in Iraq. Nel 2013 Hersh ha scritto che le forze ribelli siriane, piuttosto che il governo, avevano attaccato i civili con gas sarin a Ghouta. Nel 2015 ha dato un resoconto alternativo del raid statunitense in Pakistan che uccise Osama bin Laden.
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