di Davide Matrone
Pagine Esteri, 9 aprile 2024 – Dopo l’irruzione delle Forze di Polizia dell’Ecuador all’interno dell’Ambasciata Messicana e la cattura dell’ex vicepresidente della repubblica Jorge Glass, le reazioni dei paesi dell’intero continente e della Comunità Internazionale non si sono fatte attendere e in poche ore si sono susseguite una serie di comunicati ufficiali rispetto al grave atto successo.
Nel continente americano Argentina, Bolivia, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Honduras, Panama, Perù, Repubblica Domenicana e Venezuela hanno condannato il raid della polizia nella sede diplomatica messicana a Quito. Gli unici due paesi del continente che non hanno criticato ma hanno solo ammonito l’Ecuador sono stati Uruguay e Paraguay. A livello internazionale hanno preso una posizione di condanna: la Spagna, il Portogallo, la Russia, il Regno Unito, gli Stati Uniti, la Norvegia, l’Unione Europea, il Mercosur, la CELAC e l’ONU. Timida la posizione dell’OEA. Il Messico inoltre, ha incassato la solidarietà della grandissima parte dei paesi della regione latinoamericana.
La Ministra degli Esteri del Messico, Alicia Bárcena, in una conferenza stampa ha dichiarato che non c’era motivo affinché le Forze di Polizia irrompessero all’interno dell’Ambasciata del Messico e di aggredire fisicamente il personale diplomatico. Il Messico ha reagito in base al Diritto Internazionale in rispetto della Convenzione di Vienna e di Caracas. Inoltre, lo stesso Messico ha mantenuto una comunicazione diretta e costante con l’Ecuador prima dell’incidente per risolvere il tema dell’asilo politico. Se l’Ecuador aveva un’interpretazione differente a quella del Messico rispetto alle Convenzioni sulle Relazioni Diplomatiche avrebbe dovuto ricorrere in qualsiasi momento ad azioni pacifiche come lo stabilisce la Carta dell’Organizzazione delle Nazioni Unite o il Patto di Bogotà. Tuttavia non si è comportato in questo modo.
Il Presidente del Messico, López Obrador insieme alla Ministra degli Esteri Bárcena, hanno già annunciato la presentazione di una denuncia dell’Ecuador alla Corte Internazionale di Giustizia per la violazione dei Diritti Internazionali ed anche al Consiglio dei Diritti Umani e all’Assemblea Generale dell’ONU. Il personale dell’Ambasciata messicana intanto ha lasciato l’Ecuador e sono state sospese in modo indefinito le relazioni diplomatiche con l’Ecuador. Anche il Nicaragua, in solidarietà con il Messico, ha interrotto i rapporti con l’Ecuador sebbene non avesse un un’ambasciata ecuadoriana sul suo territorio già dal 1 settembre del 2020 ma con quest’atto si sancisce la rottura diplomatica totale tra i due paesi, ha dichiarato Daniel Ortega. Intanto i 1600 messicani residenti in Ecuador e le 30 imprese messicane registrate nello stesso paese, continueranno a ricevere assistenza consolare e diplomatica attraverso le Ambasciate messicane di Colombia e Cile.
Intanto, le varie Organizzazioni regionali in questo mese saranno convocate in modo straordinario per risolvere l’empasse tra i due paesi latinoamericani. Inizierà la CELAC nella giornata del 12 aprile. La Presidente dell’Honduras Xiomara Castro, attualmente Presidente pro tempore della CELAC (Comunità di Stati Latinoamericani e Caraibici) ha già convocato una Riunione Straordinaria della stessa Organizzazione con l’ordine del giorno di chiedere ai Presidenti la ferma condanna della CELAC contro lo Stato dell’Ecuador per l’ingresso illegale delle forze di sicurezza all’interno dell’Ambasciata del Messico nella città di Quito, facendo uso indebito della forza e attentando il principio dell’inviolabilità delle sedi diplomatiche ed il sequestro dell’ex vicepresidente Jorge Glass. Proporre inoltre, che un gruppo di 7 paesi aderenti alla CELAC, definiscano in modo congiunto delle azioni con il proposito di chiedere al Governo dell’Ecuador che rettifichi il suo comportamento di fronte agli atti accaduti in flagrante violazione della Convenzione di Vienna sulle Relazioni Diplomatiche dell’anno 1961 e la Convenzione di Caracas del 1954 sull’Asilo Politico. La CELAC si prodiga nella promozione del dialogo tra le parti per normalizzare le relazioni e nel caso contrario che si prendano posizioni politiche in modo congiunto, bilaterali o attraverso gli Organismi Multilaterali affinché vengano compiute.
Il 16 aprile toccherà all’Organizzazione degli Stati Americani (OEA) che si riunirà sotto l’ordine del giorno “Norme delle relazioni diplomatiche e di asilo”. Il Presidente dell’OEA, Luis Almagro, ha rifiutato l’assalto all’interno dell’Ambasciata e ha criticato qualsiasi azione che violi o che metta in pericolo l’inviolabilità delle sedi diplomatiche. Inoltre, ha espresso la sua solidarietà alle vittime delle azioni contro l’Ambasciata del Messico.
Infine il Blocco Unione per la Patria del Parlamento del Mercosur (Parlasur) ha annunciato che presenterà nella prossima riunione del 29 aprile una richiesta di sospensione dell’Ecuador come Stato Associato al Mercato Comune del Sud (Mercosur). Il Mercosur è integrato dall’Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay e Venezuela e tra i paesi associati troviamo la Bolivia, il Cile, la Colombia, il Suriname, il Perù, la Guyana e l’Ecuador, appunto.
Le reazioni nel mondo alla politica dell’ Ecuador in vista anche della Consulta Popolare.
Il Presidente Daniel Noboa, in carica dallo scorso 23 novembre del 2023 ha difeso l’operato della Polizia dichiarando che “nessun delinquente può essere considerato un perseguitato politico”. Noboa, un’ora prima delle dichiarazioni della Cancelliera messicana, aveva affermato che la diplomazia messicana aveva abusato delle immunità e dei privilegi al concedere un asilo diplomatico contrario al marco giuridico convenzionale. Ha chiosato nel suo intervento di ieri che l’Ecuador è un paese sovrano e non permetterà che nessun delinquente resti impune di fronte alla legge.
L’irruzione nell’Ambasciata messicana ha rimescolato le carte del sistema politico ecuadoriano mettendo in luce le posizioni dei partiti politici nel Parlamento. Fino al giorno venerdì, per esempio, la Revolución Ciudadana aveva mostrato una posizione contraddittoria all’interno del Parlamento appoggiando anche alcune misure legislative del governo Noboa come per esempio la Legge del Fomento del Turismo con sette franco tiratori o la sua posizione neutra nella Campagna Referendaria nella Consulta Popolare del 21 aprile voluta da presidente della Repubblica. Dopo gli ultimi avvenimenti, la RC passa all’opposizione e ha chiesto a gran voce, attraverso Luisa González, le dimissioni del Presidente Noboa. L’ex candidata alla Presidenza della Repubblica, González, ha inoltre dichiarato che nemmeno le più feroci dittature latinoamericane avevano osato a tal punto. Ora bisogna vedere cosa farà la RC fino alla Consulta Popolare del 21 di aprile, se cambierà la sua posizione e farà campagna per il NO o continuerà in una posizione neutra.
Un altro partito con il suo movimento che ha criticato l’azione unilaterale del presidente Noboa è Pachakutik e la CONAIE che sono all’opposizione sin dall’inizio del mandato del neo-presidente. Pachakuitk sebbene con soli 5 parlamentari è l’unico partito, insieme al movimento CONAIE che sta facendo la campagna referendaria per il NO per gli 11 quesiti referendari. Se nell’arco del centro-sinistra la condanna è stata unanime anche all’interno del centro-destra si sono registrate posizioni contrarie al Governo. Una su tutte quelle dell’ex candidato della destra alla Presidenza dell’Ecuador e giá parlamentare dell’Ecuador dal 2009 al 2013, Cesar Montufar. Quest’ultimo è stato uno degli accusatori più agguerriti di Jorge Glass per i casi di corruzione per cui fu sentenziato a oltre 6 anni di carcere. Tuttavia, Cesar Montufar ha dichiarato che è stato un gravissimo errore la decisione del Governo del Presidente Noboa di prendere con la forza Jorge Glass dall’Ambasciata del Messico a Quito. Quest’atto ha violato una serie di Covenzioni Internazionali che danneggerano l’immagine a livello mondiale dell’Ecuador e rovinano le relazioni con un paese fratello come il Messico. Anche gli ex candidati della destra delle scorse elezioni presidenziali 2023, Christian Zurita del Movimiento Construye e Jan Topic hanno criticato l’atto di forza del presidente Noboa.
Tra i difensori del presidente e per la costruzione del Nuovo Ecuador i due partiti di destra che si sono allineati in quest’occasione. Mi riferisco al Partito Social Cristiano (PSC) e il Movimiento Construye che si sono posizionati contro il governo Messicano dichiarando di aver violato le leggi internazionali. Entrambi i partiti appoggiano il Governo nella tesi secondo la quale è stato il Messico ad aver violato la Convenzione sull’Asilo Diplomatico nel proteggere Glass, però criticano l’azione con la quale il presidente Noboa ha agito nel catturare lo stesso Glass. Il PSC ed il Movimiento Construye, inoltre, si sono già espressi a favore del SI e di appoggiare il presidente Noboa nella Consulta Popolare.
In definitiva quest’ultimo avvenimento rimescolerà le carte del campo politico ecuadoriano e ricostruirà una nuova maggioranza all’interno del parlamento che molto probabilmente vedrà un’alleanza tra il gruppo PSC con 17 parlamentari, il gruppo Construye con 19 parlamentari, il gruppo ADN con 25 parlamentari e poi bisogna vedere dei 25 parlamentari del Gruppo Misto quanti andranno nelle file governative e quanti all’opposizione con il gruppo della Revolución Ciudadana che conta con 51 parlamentari e Pachakutik con 5. In attesa delle Risoluzioni dei vari Organismi Internazionali sul caso e come questo potrà scuotere l’assetto istituzionale del paese.
Jorge Glass in ospedale per intossicazione da farmaci
A creare altre tensioni ad una situazione già incandescente, ieri l’ex vicepresidente della Repubblica Glass è stato trasferito dal carcere di massima sicurezza di La Roca della città di Guayaquil all’ospedale militare della stessa città dove, secondo fonti non ancora accertate, sarebbe in stato d’intossicazione per aver digerito una miscela di farmaci anti-depressivi. L’avvocata di Jorge Glass ha dichiarato nella stessa giornata che l’ex vicepresidente è in pericolo di morte ed è totalmente isolato. Pagine Esteri
L’articolo ECUADOR. Le reazioni regionali e internazionali all’irruzione nell’Ambasciata del Messico proviene da Pagine Esteri.