Pagine Esteri, 24 maggio 2024. È stata presentata ieri nei Paesi Bassi una denuncia contro il gigante degli alloggi Booking.com, uno degli e-commerce più grandi al mondo nel settore dei viaggi.
L’European Legal Support Centre (ELSC), Al Haq, Somo e il Rights Forum, gruppi che si occupano di diritti umani, hanno accusato la società con sede ad Amsterdam di possibili crimini di guerra per aver tratto profitti dagli insediamenti israeliani nei Territori palestinesi occupati. Le colonie sono considerate illegali dal diritto internazionale e secondo la legge dei Paesi Bassi ricavare da essi un guadagno potrebbe rappresentare riciclaggio di denaro.
L’ONG olandese SOMO ha scoperto che Booking.com ha elencato 70 proprietà nella Gerusalemme Est occupata e in Cisgiordania tra il 2021 e il 2023, tra le quali alloggi, alberghi, b&b. La società ha però dichiarato che non esistono leggi a impedire il commercio o gli affari con le colonie nei Territori palestinesi che Israele occupa. Al contrario, esisterebbero leggi statunitensi che prevedono azioni legali contro le società che scelgono di disinvestire da quelle aree: Booking.com, nata come una start up olandese, è oggi parte della Booking Holdings, un’azienda americana proprietaria di numerosi siti di viaggi tra cui Agoda.com, Kayak.com, Rentalcars.com, Momondo.
Il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite aveva già inserito, nel 2020, Booking.com nella lista delle 121 società che operano con le colonie israeliane nei Territori palestinesi occupati. Pagine Esteri
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