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I PENSIERI

 

La fine dell’era dei fiori

Un libro è un teatro nella psiche -o nell’anima-dove tra le finzioni di velluto ci sono squarci di un’oscena sincerità. Devo iniziare questo libro con uno di questi deludenti spiragli: dedico queste parole scure, questa ingannevole carta, a chi mi ha amato. A chi mi ha davvero conosciuto. A chi mi ha quasi capito. A chi per me ha pianto. Auguro a loro tutto il bene che non sono mai stato capace di dare. 

9.999 parole, 99 poesie, divise nei 9 cieli del paradiso dantesco, svuotato e ricomposto. La fine dell’era dei fiori è un viaggio, illustrato e in versi, che attraversa l’ultimo ventennio: il racconto del paradosso dell’incompletezza, della disperazione dei giovani senza un futuro – fermi in questo limbo, in gabbie con sbarre di ossa di fiori – del bisogno di svolta, di rivoluzione che non si vede arrivare. Il fiore cattivo dei nostri anni in queste pagine: la voglia di vederlo appassire, per non morire senza riuscire a sbocciare.